La linea nell’arte
La linea – uno dei principi base in ambito grafico – è un elemento dinamico fondamentale della comunicazione visiva, è una traccia il cui andamento definisce una forma permettendo di evocare un’immagine in modo chiaro e sintetico. L’utilizzo esclusivo della linea in tutte le sue forme e i suoi colori viene chiamato line art o grafica al tratto.
Nel mondo dell’arte, la prima apparizione della line art risale alla pittura rupestre, mentre nella storia più recente questa espressione artistica è stata resa popolare prima da Pablo Picasso col Ritratto di Igor Stravinsky – uno dei primi esempi di line art come la conosciamo oggi, cioè linee nere su sfondo bianco – e più tardi da Andy Warhol che la utilizza ampiamente in tutta la sua produzione con ripetizioni e variazioni infinite, introducendo colori impattanti e vibranti. Negli stessi anni un nuovo personaggio entra in scena conquistando consensi grazie ai suoi inconfondibili graffiti urbani caratterizzati da vitali linee nere: Keith Haring realizza figure dalle sembianze umane distinte e caratterizzate, molto simili a cartoni animati, identificate da spesse linee nere eseguite con pennarello o vernice acrilica, e in alcuni casi completate con colori pieni, vivaci e decisi.
Line art e grafica
Con il tempo la line art esce dall’ambito artistico per confluire nel mondo del design grafico dove, prima ancora di essere chiamata in questo modo, dà vita a un nuovo concetto di grafica, utilizzato soprattutto nella realizzazione di loghi aziendali dalle linee pulite e audaci, a volte senza alcuna somiglianza con la realtà, ma comunque capaci di stimolare l’immaginazione e i ricordi di oggetti anche solo vagamente familiari. La line art viene quindi solitamente utilizzata per creare loghi (insiemi di nome e tratto grafico chiamato solitamente pittogramma) logotipi (rappresentazione grafica del nome o lettering) e monogrammi (simbolo grafico unitario ottenuto combinando o sovrapponendo più lettere o grafemi).
Di solito le linee utilizzate sono dritte o curve e rappresentano oggetti bidimensionali o tridimensionali; sono posizionate su uno sfondo chiaro, senza ombreggiatura, sfumatura o tonalità; possono essere nere o monocromatiche per enfatizzare i contorni del soggetto e il suo aspetto; a volte presentano medesima ampiezza, altre volte ampiezze variabili senza limiti. La line art può essere figurativa, ovvero propendere verso il realismo, altre volte astratta: in questo caso dà vita alla caricatura di un soggetto reale, oppure assume l’aspetto di un cartone animato, di un ideogramma o di un glifo. Spesso si vedono loghi realizzati con un’unica linea continua che, non interrompendosi mai, costruisce in modo articolato e decorativo il soggetto. In altri casi può capitare invece che la linea sia graficamente assente, ma è sufficiente la costruzione complessiva a far sì che quella linea omessa venga comunque percepita dall’occhio dell’osservatore: in questo caso si parla di linee di forza, che sono il risultato di collegamenti intuitivi suggeriti dalla forma nel suo complesso e quindi percepite dall’osservatore come vettori immaginari che concorrono a dare forma all’intera struttura compositiva pur senza essere tracciate.
Case study: il logo di Villa Flora
Il periodo primaverile non poteva che essere lo scenario migliore per realizzare questo nuovo progetto grafico che trae ispirazione proprio dalla natura rigogliosa e colorata; sboccia così il nuovo logo di Villa Flora bed & breakfast.
Il pittogramma del logo, realizzato con la tecnica della grafica al tratto o line art, è un fiore bidimensionale essenziale e minimal, tondeggiante e, al contempo, spigoloso; quella che ne indentifica la forma è una linea spezzata curva che ha lo stesso spessore in ogni tratto, ed è una linea di colore bianco così da dare risalto non solo alla delicatezza del soggetto, ma anche alle parti in cui esso si divide: il fiore e la foglia. I petali affusolati e appuntiti sono quelli tipici di un fiore appena aperto, mentre la foglia tondeggiante e corta ha tutta l’aria di essere un giovane e fresco getto primaverile. I colori scelti, dalle tinte piatte compatte e luminose, sono un rosso bordeaux vellutato e profondo e un verde pino intenso e fresco; colori complementari, audaci, energici e dinamici che risultano sempre eleganti e raffinati soprattutto in questo abbinamento. I riferimenti al fiore e alla natura sono talmente espliciti che possiamo tranquillamente parlare di line art figurativa.
A conferire completezza al logo è una linea di forza, graficamente assente ma percepibile, che ne avvolge la forma. Le linee che identificano il fiore sono infatti inscritte all’interno di una circonferenza: il tratto più esterno della foglia coincide con una parte di essa, mentre le sue punte, assieme a quelle dei petali, ne identificano il tratto graficamente mancante. Questa linea di forza, seppur non indispensabile per la completezza del fiore in sé, “chiude il cerchio”, trasmettendo rotondità e completezza all’occhio di chi osserva e restituendo bilanciamento alla forma complessiva pur non facendone parte.
In ultima analisi c’è il font utilizzato per il logotipo – la parte testuale del logo – un sans serif lineare inserito nella sua versione thin decisa e snella, proprio come lo sono i gambi dei primi audaci fiori primaverili, dalle rotondità ampie e ariose dove le O sembrano quasi delle circonferenze perfette. I colori sono ovviamente gli stessi utilizzati per il pittogramma: la loro intensità e luminosità conferisce più corpo al font, nonostante il suo spessore sia decisamente esiguo.
Dalla definizione del logo prende il via la realizzazione dell’intera immagine coordinata. L’immagine risulta coordinata quando c’è coerenza semiotica, ovvero quando i diversi fenomeni comunicativi – loghi, colori, caratteri tipografici, impaginazione, layout grafico dei documenti – che utilizza sono coerenti l’uno con l’altro. È coordinata quell’immagine che viene percepita all’esterno come proveniente dallo stesso soggetto e che di conseguenza rende più efficiente il processo comunicativo fornendo ai destinatari dei punti di riferimento, innescando così un processo di riconoscimento dell’azienda o del marchio fino a costruire nell’utente una sempre maggiore consapevolezza del marchio (brand awareness).
È per questo che sulla scia minimal, colorata e ariosa del logo sono stati realizzati anche il biglietto da visita, la carta intestata e il flyer informativo. Grafica, colori, font e layout sono utilizzati in modo che l’intera immagine risulti forte, elegante, fresca e leggera in ogni sua parte, che risulti cioè coordinata.